Il rimboschimento in Italia sta attraversando una fase di profondo rinnovamento. Tra cambiamento climatico, perdita di biodiversità, suoli degradati e nuove esigenze di gestione del territorio, cresce la necessità di individuare specie autoctone più resistenti, adattabili e in grado di ricostruire ecosistemi resilienti.
Nel 2025 molte regioni italiane stanno rivedendo le proprie strategie forestali, favorendo specie che uniscono:
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resistenza climatica,
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capacità di adattamento,
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valore ecologico,
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basso fabbisogno idrico,
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crescita equilibrata.
In questo articolo scoprirai quali sono le specie autoctone emergenti più consigliate per il rimboschimento in Italia, perché stanno diventando così importanti e come proteggerle nei primi anni, quando sono più vulnerabili agli stress climatici, alla fauna selvatica e ai danni meccanici.
🌿 1. Perché scegliere specie autoctone per il rimboschimento?
Le specie autoctone sono fondamentali per garantire la salute dei nostri ecosistemi perché:
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sono perfettamente adattate al clima italiano,
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favoriscono la biodiversità locale,
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richiedono meno manutenzione,
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hanno meno rischi di diventare invasive,
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garantiscono una maggiore resilienza nel lungo periodo.
📌 Con il cambiamento climatico, però…
…non tutte le specie autoctone storicamente usate sono ancora adatte.
Per questo stanno emergendo nuove specie autoctone “clima-resilienti”, più forti e più reattive ai fenomeni estremi.
🌳 2. Le specie autoctone emergenti più resistenti per il rimboschimento in Italia
Di seguito l’elenco delle specie oggi più consigliate dai tecnici forestali per progetti di rimboschimento, rigenerazione ecologica e recupero ambientale.
🌳 2.1 Quercus pubescens (Roverella)
La roverella è una delle specie più resistenti alla siccità e al caldo.
Perché è emergente:
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tollera terreni poveri, sassosi e aridi;
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altissima resistenza al caldo estremo;
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radicazione profonda e stabile.
Dove utilizzarla:
Colline, aree aride, zone mediterranee interne.
Perché proteggerla:
Le giovani roverelle sono molto appetibili per cervi e caprioli → obbligatorio uno shelter resistente.
🌳 2.2 Fraxinus ornus (Orniello)
Specie ideale per la resilienza climatica.
Vantaggi:
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rapido attecchimento,
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foglie ridotte che limitano traspirazione,
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grande resistenza al vento.
Perfetto per rimboschimento misto in zone collinari e pedemontane.
🌳 2.3 Acer campestre (Acero campestre)
L’acero campestre continua a crescere in popolarità grazie alla sua straordinaria adattabilità.
Motivi di scelta:
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tollera freddo, caldo, siccità moderata, vento;
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radici che migliorano il suolo;
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rapido sviluppo nei primi anni.
Ideale nei progetti che richiedono risultati visibili in tempi brevi.
🌳 2.4 Pinus pinea (Pino domestico)
Una specie mediterranea adattissima a climi caldi e secchi.
Punti di forza:
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alta capacità di resistere all’aridità;
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funzione ecologica importante (ombreggiamento, fauna);
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radicazione stabile anche in terreni sabbiosi.
Utilissimo per rimboschimenti costieri.
🌳 2.5 Pistacia terebinthus (Terebinto)
Specie fortemente consigliata per rimboschimenti mediterranei.
Caratteristiche:
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bassissima richiesta idrica,
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tolleranza eccezionale al caldo,
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ottimo per la biodiversità (bacche, insetti utili).
Perfetta per ripristino ecologico in zone aride.
🌳 2.6 Sorbus domestica (Sorbo domestico)
Specie autoctona poco usata in passato, oggi sempre più valorizzata.
Perché è emergente:
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altissima resistenza alla siccità,
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crescita equilibrata,
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tollera bene i suoli calcarei.
Ottima nei progetti di rimboschimento naturalistico.
🌳 2.7 Juniperus oxycedrus (Ginepro rosso)
Pianta rustica e resistente, ideale per terreni estremi.
Vantaggi:
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grande resistenza a caldo e vento,
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radicazione forte,
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ottimo in terreni rocciosi.
Perfetta per scarpate, colline aride, aree mediterranee.
🌳 2.8 Alnus glutinosa (Ontano nero)
Specie importante per ecosistemi umidi e ripariali.
Motivi della sua crescita di interesse:
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resiste a ristagni temporanei,
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arricchisce il terreno grazie ai batteri azotofissatori,
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crea habitat per fauna e insetti.
Fondamentale nei progetti che riguardano corsi d’acqua, laghetti e zone degradate.
🌳 2.9 Quercus ilex (Leccio)
Una delle latifoglie sempreverdi più resistenti al clima mediterraneo moderno.
Punti di forza:
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tollera caldo, vento e siccità prolungata;
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crescita lenta ma costante;
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altissima resistenza ai grandi sbalzi termici.
Usato sempre più spesso in rimboschimenti collinari e costieri.
🌳 2.10 Pinus nigra (Pino nero europeo)
Specie robusta per alta quota o zone fredde.
Caratteristiche:
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ottima resistenza al vento;
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forte assorbimento di CO₂;
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crescita rapida nei primi anni.
Consigliato per progetti montani.
🛡️ 3. Come proteggere le specie autoctone nei primi anni: tecniche e strumenti
Le giovani piantine, anche se autoctone, restano vulnerabili soprattutto nei primi 3 anni.
Vediamo come proteggerle in modo efficace.
🛡️ 3.1 Shelter protettivi: essenziali nei rimboschimenti moderni
Gli shelter sono indispensabili perché proteggono da:
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fauna selvatica,
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vento forte,
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stress termico,
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irraggiamento solare diretto,
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diserbo chimico,
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danni meccanici.
🎯 Perché sono fondamentali con le specie autoctone emergenti?
Soprattutto perché molte di queste specie:
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hanno foglie appetibili alla fauna,
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crescono lentamente,
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sviluppano inizialmente fusti fragili,
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soffrono gli sbalzi termici.
Uno shelter adeguato può raddoppiare la sopravvivenza delle piantine.
🌬️ 3.2 Shelter ventilati: la soluzione più avanzata
Gli shelter ventilati permettono:
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migliore circolazione d’aria;
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minore rischio di condensa;
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temperatura interna più stabile;
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crescita armoniosa del fusto.
Particolarmente utili per: roverella, frassino, leccio, sorbo.
🪵 3.3 Shelter rigidi per aree ventose o costiere
In zone battute dal vento è fondamentale utilizzare protezioni rigide:
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impediscono la rottura del fusto,
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proteggono dalla sabbia e detriti,
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stabilizzano la crescita verticale.
Ideali per pino domestico, pino nero e ginepro.
🌱 3.4 Shelter biodegradabili: la scelta ecologica
Sempre più utilizzati in progetti finanziati o in contesti naturalistici.
Vantaggi:
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nessuna rimozione necessaria,
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zero rifiuti plastici,
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compatibili con habitat sensibili.
💧 3.5 Irrigazione intelligente nei primi due anni
Ogni specie autoctona ha esigenze diverse, ma ci sono tre regole generali:
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Irrigazione profonda, non frequente.
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Pacciamatura naturale, per ridurre evaporazione.
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Monitoraggio costante del terreno.
🌿 3.6 Protezione dal sole nelle prime settimane
Molte specie emergenti (leccio, terebinto, frassino) soffrono i picchi di calore post-impianto.
Gli shelter creano:
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ombra parziale,
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microclima più umido,
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riduzione dello stress termico.
🧪 4. Come scegliere la specie giusta per ogni zona d’Italia
🌞 Zone mediterranee calde
Specie consigliate:
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leccio
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terebinto
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pino domestico
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ginepro
⛰️ Zone collinari
Specie consigliate:
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roverella
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acero campestre
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orniello
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sorbo domestico
🏞️ Zone montane
Specie consigliate:
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pino nero
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faggio (non emergente ma utile in quota)
💧 Zone umide
Specie consigliate:
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ontano nero
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salici autoctoni
🧠 5. Errori comuni nel rimboschimento (2025)
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Usare specie non adatte al clima attuale.
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Piantare senza protezioni.
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Ignorare la qualità del suolo.
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Usare buche troppo piccole.
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Sottovalutare l’importanza dei primi 24-36 mesi.
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Irrigare in modo eccessivo o insufficiente.
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Non sostituire le piante morte nel primo anno.
📚 6. Linee guida pratiche per un rimboschimento di successo
📍 1. Analisi preliminare del sito
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pendenza,
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esposizione,
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suolo,
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vento,
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fauna.
📍 2. Scelta della specie
Basata su condizioni climatiche e obiettivi ecologici.
📍 3. Messa a dimora
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buca larga,
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terreno soffice,
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irrigazione profonda.
📍 4. Protezione con shelter adeguato
Scelta in base a fauna, vento, irraggiamento.
📍 5. Monitoraggio costante
Controlli mensili per:
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umidità,
-
danni animali,
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crescita,
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stabilità dello shelter.
🧠 7. FAQ sul rimboschimento con specie autoctone
❓ Quali sono le migliori specie autoctone per il rimboschimento nel 2025?
Roverella, orniello, leccio, pino domestico, sorbo, ginepro, ontano nero.
❓ Perché usare le specie autoctone emergenti?
Sono più resistenti a caldo, siccità e sbalzi climatici.
❓ Serve proteggere le giovani piante?
Assolutamente sì: senza protezione il tasso di mortalità può superare il 50%.
❓ Qual è lo shelter migliore?
In genere shelter ventilati per climi temperati e shelter rigidi per zone ventose.
❓ Quanto dura la fase delicata?
Dai 24 ai 36 mesi.
🏁 Conclusione
Le specie autoctone emergenti rappresentano una risorsa fondamentale per il rimboschimento moderno in Italia. Grazie alla loro elevata resistenza climatica, alla capacità di adattarsi a suoli difficili e al contributo ecologico, sono la scelta ideale per progetti sostenibili e duraturi.
La protezione nei primi anni tramite shelter adeguati, irrigazione corretta e monitoraggio è decisiva per trasformare una giovane pianta in un albero stabile, sano e capace di contribuire alla biodiversità del territorio.
Con la giusta combinazione tra specie autoctone e protezione iniziale, ogni intervento di rimboschimento può diventare un successo.
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Tubex si occupa da anni della produzione di protezioni per piante, e negli ultimi tempi si è impegnata per ampliare la propria gamma di prodotti. Nel suo percorso evolutivo, l’azienda ha speso molto tempo a occuparsi della ricerca e della comprensione dei benefici che i propri shelter possono offrire alle varie specie vegetali. In questo modo, è riuscita ad avvicinarsi a chi si occupa di viticoltura, agricoltura, selvicoltura e frutticoltura, ma anche a chi si occupa di paesaggistica. Con questi presupposti, andiamo a conoscere i vantaggi offerti dagli shelter per coltivazioni e paesaggistica.
Perché usare le protezioni per alberi prodotte da Tubex
Uno dei punti cardini della politica commerciale dell’azienda è rivolto al rispetto dell’ambiente. Pertanto, sono stati realizzati non solo prodotti utili per proteggere le piante, ma anche eco-friendly. Gli shelter per coltivazioni e paesaggistica di Tubex sono infatti costituiti al 100% da polipropilene, un materiale sicuro e non nocivo per l’ambiente in cui vengono introdotte le protezioni. Questo è certamente uno dei motivi che portano molte aziende e professionisti a scegliere Tubex.

I prodotti Tubex a favore della paesaggistica
Coloro che si occupano di paesaggistica possono apprezzare questi benefici proprio perché queste protezioni per piante possono aiutarli nel loro lavoro, salvaguardando la salute dell’ambiente e delle specie che proteggono. I prodotti Tubex si rivelano ottimi per proteggere i vegetali da condizioni ambientali sfavorevoli e da danni provocati da animali, sistemi di manutenzione meccanizzata, erbicidi e quant’altro.
In ogni situazione, gli shelter per coltivazioni e paesaggistica proposti promuovono l’attecchimento e la crescita delle piante, elevandone il tasso di sopravvivenza. Pertanto, chi si occupa di paesaggistica può usufruirne per tutelare al meglio i territori di propria competenza.
Altri dettagli da non sottovalutare riguardo gli shelter per coltivazioni e paesaggistica
Le protezioni per piante targate Tubex garantiscono alle piante alcuni benefici che sono in realtà delle condizioni indispensabili alla loro sopravvivenza. Oltre a proteggere le specie, infatti, al loro interno si forma un microclima favorevole alla crescita e al più rapido sviluppo del vegetale.
Lo shelter assicura un tasso di umidità più alto nell’area circostante al fusto, e favorisce la formazione di risorse preziose per la pianta stessa. Perciò, non si parla solo di protezione, ma anche di vantaggi incisivi da un punto di vista dello sviluppo. Questo si rivela molto interessante per chi desidera ampliare le aree verdi di un determinato territorio o favorire il rimboschimento di una particolare area boschiva.
Chiedete a Nowotec
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Shelter per coltivazioni e paesaggistica: alla scoperta di Ventex
Tra gli shelter per coltivazioni e paesaggistica che potete valutare ci sono le protezioni Ventex, supportate da un sistema di ventilazione brevettato e idoneo per potenziare il microclima di cui abbiamo parlato in questo articolo. In alternativa, potrete approfittare delle peculiarità degli altri prodotti Tubex, tutti altamente efficienti e di qualità… Per ogni pianta c’è sempre uno shelter ideale!






