La cura della vite: una breve guida

20 Nov 2019 | Redazione Tubex |

La vite è una delle piante più antiche mai coltivate. Basta pensare che già nella Bibbia se ne fanno ampi accenni, mentre varie testimonianze storiche legate ad essa sono riconducibili addirittura al Neolitico. Essa ha attecchito nella maggior parte del mondo, dimostrando una notevole adattabilità a vari climi e latitudini. Proprio in virtù della sua origine così antica, ormai le varie specie attualmente coltivate sono degli ibridi, frutto di continui incroci.

La vite che conosciamo da tempo

Da un punto di vista strettamente botanico, la specie è conosciuta come Vitis vinifera. Quelle coltivate sono classificate nella sottospecie “sativa”, mentre quelle selvatiche sono denominate “silvestris”. A partire da quest’ultima, nel corso dei secoli l’uomo ha selezionato numerose varietà con frutti dalle caratteristiche più diverse, molte delle quali adatte alla vinificazione.

Pur nella sua diversità, essa presenta caratteristiche comuni. La vite, infatti, è un arbusto rampicante a foglie caduche che, in inverno, entra nel riposo vegetativo. Il fusto è legnoso e può presentare diverse caratteristiche, che variano a seconda del tipo di coltivazione intrapresa.

Come coltivare al meglio la vite: i primi passi

Nonostante la vite sia molto diffusa sul nostro pianeta, la sua coltivazione non è così semplice come potrebbe sembrare. Per ottenere un buon raccolto, infatti, è necessario prestare una particolare attenzione ad una serie di fattori che, insieme, portano al raccolto di uva di elevata qualità. In particolare, il tipo di terreno, il clima e la specie sono tre elementi da non sottovalutare mai quando si decide di intraprendere la coltivazione della vite.

Nel caso si abbia poca terra a disposizione, ma si voglia comunque iniziare una piccola produzione di uva, è consigliabile rivolgersi prima ad un agronomo. Questo professionista potrà verificare la natura del terreno e scegliere la varietà più idonea. La vite è una pianta forte, che però necessita di alcune condizioni per poter attecchire perfettamente.

Le necessità da non sottovalutare

Innanzitutto, la pianta ha bisogno di una posizione soleggiata, un particolare che favorisce la formazione di un’elevata concentrazione di zuccheri. Necessita inoltre di un clima asciutto, utile per ridurre al minimo l’uso di preparati a base di rame. La vite, poi, non sopporta i ristagni di acqua, perché le radici possono facilmente marcire. Pertanto, è necessario assicurare ad essa un buon drenaggio. Fatte queste doverose precisazioni, vi spieghiamo brevemente come piantare nel modo migliore la vite.

Come piantare la vite: i consigli

Per prima cosa vi consigliamo di preparare in modo adeguato il terreno, creando dei solchi fino ad una profondità di circa 50-60 cm e fertilizzando tutto con concime organico. Dopo che questa operazione sarà terminata, potrete procedere piantando le barbatelle. I periodi migliori per farlo si concretizzano nei mesi di ottobre, novembre e marzo.

Durante il primo anno di vita, la pianta deve essere assistita con cura. Bisognerà irrigarla e fertilizzarla con uno specifico concime a base di azoto, che favorirà lo sviluppo radicale e della chioma. Qualora non si abbia a disposizione troppo spazio, si potrà optare per la coltivazione di ortaggi nei solchi liberi dalle viti. Facendo così si riuscirà a mantenere il terreno libero da erbacce, senza compromettere lo sviluppo della vite e delle altre piante.

Ripetendo nel tempo queste operazioni, già dal quarto anno si potranno raccogliere dei grappoli di buona qualità, ma è dal decimo anno che la produzione raggiungerà il massimo delle sue possibilità.

Quale impianto scegliere

È sufficiente viaggiare per le varie zone d’Italia per rendersi subito conto di come, da nord a sud, siano differenti i metodi di impianto usati per la coltivazione della vite. Ciò è legato ad una serie di fattori ed è finalizzato, ovviamente, ad ottenere la massima produzione di uva di elevata qualità, sfruttando le caratteristiche climatiche di una particolare area.

Gli impianti a spalliera sono quelli che probabilmente vediamo con maggiore frequenza, proprio perché sono effettivamente i più diffusi. Naturalmente, essi sono anche i più semplici da curare e rendono facile la raccolta. Per questo motivo, vi consigliamo di adottare questa tipologia di impianto anche per una coltivazione “amatoriale”.

Nelle regioni del nord Italia, invece, è più frequente vedere i classici impianti “a tendone”, che riescono a sfruttare al massimo i benefici del sole. Sui terreni molto scoscesi, viene usato perlopiù l’impianto “a rittochino”, utile per permettere ad ogni pianta di avere lo stesso grado di illuminazione ad opera dei raggi solari. In quest’ultimo caso, però, le piogge dilavano troppo il terreno.

Le principali cure per la vite

Come abbiamo precedentemente accennato, la vite è una pianta robusta, ma ciò non vuol dire che non necessita di cure e attenzioni costanti durante gran parte dell’anno. Curandola nel modo corretto, si potrà favorire un raccolto abbondante e di qualità. I dettagli elencati finora potranno di certo fare la differenza. Tuttavia, ci sono anche altri elementi da conoscere. In questo caso, è importante sapere che le principali operazioni dedite alla cura della vite iniziano a febbraio e devono essere portate avanti fino a dopo la vendemmia, in autunno.

Quando parliamo genericamente di cure, ci riferiamo appunto ad un insieme di operazioni che riguardano la nutrizione, la potatura, la giusta irrigazione e la prevenzione delle malattie più comuni. Il modo e la frequenza con i quali dovete concimare il terreno dipendono dall’età del vitigno. Per cui, in genere, le piante più giovani necessitano di una maggiore quantità di azoto, mentre la produzione di uva viene favorita da fosforo, potassio e magnesio. La concimazione deve avvenire in primavera, utilizzando il classico metodo della zappatura del terreno.

La potatura della pianta e la sua irrigazione

Per quanto riguarda la potatura, in caso di viti giovani si dovrà eseguire un taglio in grado di rafforzare la pianta. Quando le piante saranno adulte sarà necessario effettuare una diversa potatura. Via via che i tralci crescono, è doveroso procedere con la loro legatura per evitare che essi possano spezzarsi con il peso dei grappoli. Ricordate che l’irrigazione delle viti non deve essere fatta in modo sistematico, ma solo se c’è una particolare siccità o se le piante sono molto piccole. In tutti gli altri casi, infatti, troppa acqua potrebbe far marcire le radici.

Le più comuni malattie della vite e i rimedi

La vite è soggetta ad una serie di malattie che possono minare seriamente non solo la produzione, ma anche la sopravvivenza stessa delle piante. Per scongiurare questo pericolo, è necessario intervenire in modo preventivo piuttosto che tentare di porre rimedio dopo che la malattia sarà comparsa. In genere, i prodotti da usare sono miscelabili tra loro e devono essere sciolti in acqua. La maggior parte di essi ha una bassa tossicità e non costituisce alcun pericolo per la salute umana. In caso di terreno non troppo grande, sarà sufficiente irrorare questi prodotti tramite l’apposita irroratrice da spalla.

La peronospora è un fungo che attacca le piante in presenza di temperature ed umidità elevate, e reca notevoli danni. Per scongiurare ogni pericolo, è consigliabile usare la poltiglia bordolese, che può essere mescolata anche allo zolfo. Quest’ultimo costituisce un valido rimedio ad un altro problema della vite, lo oidio. Esso si riconosce dalla presenza di foglie con una patina bianca, che poi si può trasferire anche sugli acini, danneggiandoli irrimediabilmente. Si deve irrorare lo zolfo al mattino presto o nel tardo pomeriggio.

Altre malattie da non sottovalutare

Quando si tratta di curare al meglio la vite, è utile conoscere anche la tignola. Quest’ultima è un parassita che deposita le uova nell’uva e le cui larve si cibano degli acini. Purtroppo, è molto resistente, per cui è necessario utilizzare arsenicato di piombo. Se i grappoli sono già formati, per evitare contaminazioni tossiche sarà opportuno preferire altri prodotti in commercio.

La botrite è un altro fungo che attacca i grappoli già quasi del tutto formati e vicino alla maturazione. La muffa avvolge completamente gli acini ed è necessario intervenire tempestivamente per salvare la vendemmia. Poiché essa si sviluppa con l’umidità e con la scarsa circolazione di aria, conviene diradare le foglie e lasciare liberi i grappoli nella fase finale della maturazione.

Infine, fra le malattie più temute dai viticultori c’è la filossera che, nell’Ottocento, distrusse quasi completamente le viti europee. Si tratta di un afide che danneggia la radice nel caso di piante di origine europea, e le foglie nelle viti americane. Incrociando le due specie si riescono ad ottenere piante resistenti alla filossera.

La cura della vite grazie alle protezioni per le piante giovani

Per proteggere la pianta della vite nei primi anni di vita, è utile usare delle apposite protezioni tubolari. Il marchio Tubex propone prodotti di qualità, che si presentano come uno dei metodi per la protezione delle vostre viti. Pertanto, sarà possibile affidarsi agli shelter più adatti alle proprie coltivazioni e usarli per proteggere le piante giovani e promuovere il loro corretto sviluppo. Grazie a questi prodotti si può iniziare la coltivazione della vite nel modo giusto e raggiungere presto risultati di qualità.