Alberi secolari: la longevità del Rovere inizia dalla messa a dimora

19 Mag 2023 | Redazione Tubex |

Alcuni alberi hanno proprio come caratteristica principale una notevole longevità, ovvero molti secoli di vita. Tra questi spicca senza dubbio il Rovere, una tipologia di quercia appartenente alla famiglia delle Fagaceae. Ciò che è importante sapere, però, è che la longevità di questa particolare pianta parte proprio dalla messa a dimora, ovvero dal definitivo posizionamento della pianta nel terreno.

Le caratteristiche di questo albero 

Il Rovere è una pianta molto diffusa soprattutto in Europa e in particolare nelle zone montane. Si tratta di un albero caratterizzato da una crescita lenta, che può arrivare anche fino a 40 metri. Le sue foglie sono caduche con una colorazione non del tutto uniforme che può variare nelle diverse tonalità di verde. Il tronco è slanciato e adatto a supportare una chioma che tende a svilupparsi molto in larghezza, superando anche i 20 metri. I rami hanno una particolare forma nodosa e intrecciata al centro, mentre ai lati divengono generalmente più esili. Sia le foglie che i fiori del Rovere compaiono di solito nei mesi primaverili, in particolare tra aprile e maggio.

Per ciò che riguarda invece i suoi frutti, questi ultimi sono delle ghiande prima dalla colorazione gialla e verde scura per poi arrivare al più classico marrone scuro una volta maturate. A tal proposito è importante sapere che la Rovere inizia a produrre ghiande dopo i 50 anni d’età, arrivando poi a regalare migliaia di frutti a stagione. Come già accennato, inoltre, la pianta ha una crescita abbastanza lenta e arriva in genere a raggiungere il suo apice dopo circa due secoli di vita. Si tratta infatti di una pianta molto longeva che quasi sempre supera i 500 anni di vita e talvolta può arrivare anche a 800–1000 anni.

La messa a dimora del Rovere

Per quanto concerne la coltivazione di questa particolare pianta, è utile dire che questo albero cresce molto facilmente una volta piantato il relativo seme. È dunque importante seminare la ghianda non più tardi di due mesi dalla sua raccolta, mettendola all’interno di un vaso da tenere all’aperto. La piccola piantina che nascerà dovrà poi essere piantata nel terreno

A questo punto sarà necessario fare qualcosa per favorire l’attecchimento del Rovere e la sua crescita. Il consiglio è quello di utilizzare uno shelter Tubex. Lo shelter è un prodotto specifico realizzato in polipropilene, un materiale eco-friendly, che andrà ad avvolgere il piccolo fusto e ne promuoverà l’attecchimento. Lo proteggerà da vento, da animali o condizioni climatiche non del tutto favorevoli, e andrà a creare un microclima al suo interno che favorirà la crescita della pianta.

rovere

Altri consigli per la coltivazione di questo albero

Una volta che la pianta sarà più forte si potrà rimuovere lo shelter, per poi procedere dopo circa tre anni alla definitiva messa a dimora della pianta. Per un corretto sviluppo del Rovere sarà importante scegliere una posizione ovviamente all’aperto, a mezz’ombra quando è giovane e soleggiata e possibilmente ventilata in seguito. Il clima migliore per questa pianta è quello umido e temperato con piogge regolari durante l’anno. Infine, è importante sapere che il Rovere tende a gradire maggiormente un terreno acido, pietroso e ben drenato. Non ama i ristagni d’acqua ma, al contrario, sopporta molto bene la siccità.

Il mantenimento del Rovere

Infine, per un buon mantenimento del Rovere, proprio in virtù della sua folta chioma, occorre eseguire periodiche operazioni di sfoltimento, in particolare nelle piante più mature. È importante fare attenzione anche ai rami, poiché quelli più pesanti potrebbero crollare. Proprio per questo è bene procedere ogni tanto con lo sfoltimento dei rami: un’attività che si rivelerà molto utile per rendere la pianta un po’ meno pesante. Con le giuste attenzioni, il Rovere può garantire un elevato valore ornamentale per ogni giardino.


19 Apr 2023 | Redazione Tubex |

Quando si decide di piantare alberi ad alto fusto nel proprio giardino, è importante scegliere con attenzione la tipologia di pianta. Bisogna inoltre cercare di dare spazio principalmente a specie autoctone tipiche dunque del territorio italiano, considerando la propria zona fitoclimatica. Gli alberi autoctoni ad alto fusto sono infatti influenzati dal clima tipico di ogni area geografica. È importante perciò sapere quali piante possono essere più adatte al proprio giardino e più nello specifico alla zona nella quale si vive.

Zone fitoclimatiche italiane e alberi ad alto fusto autoctoni

Per quanto riguarda il territorio italiano, le zone fitoclimatiche sono generalmente cinque: alpinetum, pinetum, fagetum, castanetum e lauretum. Per ogni zona vi sono dunque diversi alberi ad alto fusto autoctoni considerati maggiormente adatti e perfetti nel caso vogliate piantarli nel vostro giardino.

Alpinetum

La zona fitoclimatica detta Alpinetum riguarda l’Italia settentrionale, e in particolare le aree a partire dai 1800 metri di altitudine. Questa zona vanta caratteristiche climatiche rigide e montane. In questo clima vive bene una pianta molto caratteristica tra gli alberi ad alto fusto: il Larice.

Pinetum

La zona fitoclimatica Pinetum riguarda invece la fascia montana alpina, tra i 1400 metri e i 2000 metri di altitudine. Anche in questo caso, come nella zona precedente, si consiglia per le sue caratteristiche la scelta del Larice.

Fagetum

Passando alla zona detta Fagetum, ci troviamo in questo caso nell’Italia settentrionale, tra gli 800 e i 1.300 metri sul limite montuoso tra Prealpi e Alpi. Questa zona comprende anche gli Appennini e le aree circostanti. Scendendo per la penisola va a restringersi con il diminuire della latitudine, fino ad interessare solo alcune cime molto alte tra Basilicata e Calabria. Nella zona fagetum sono tipici e consigliati i seguenti alberi ad alto fusto: il Faggio, il Larice e l’Acero.

acero

Castanetum

Veniamo ora alla zona Castanetum, davvero molto vasta poiché occupa circa un terzo del territorio italiano. In particolare interessa gran parte della fascia submontana nell’Italia peninsulare e insulare e quella di collina e pianura nell’Italia settentrionale. Per ciò che riguarda la parte dell’Italia settentrionale, la zona si estende da 0 a 900 metri, soprattutto nella pianura padana. Per ciò che invece riguarda l’Italia centromeridionale si estende invece da 600 a 1.300 metri sul livello del mare. Gli alberi ad alto fusto adatti a questa zona sono l’Acero, il Pioppo, la Farnia, la Roverella, il Cerro, la Noce, il Nocciolo, il Melo, la Rovere, il Tiglio, l’Ontano, il Ciliegio, il Castagno e il Leccio.

Lauretum

L’ultima zona fitoclimatica italiana è quella del Lauretum, estesa dalle zone costiere fino ad ambienti collinari. Tale zona viene però suddivisa in ulteriori tre sottozone: la prima è quella del Lauretum caldo che comprende i territori più caldi dell’Italia peninsulare. Qui gli alberi ad alto fusto più adatti sono il Pioppo, il Cipresso, il Fico, l’Acero riccio, l’Ontano, l’Olmo, il Salice, l’Ulivo, il Cerro e il Leccio.

Troviamo poi la zona del Lauretum medio, la quale si estende nella maggior parte delle regioni costiere, di collina e di pianura. Questa vede tra le specie più adatte il Fico, l’Olmo, l’Ulivo, l’Acero riccio, il Pioppo, l’Ontano, il Leccio, il Cerro, il Salice e il Cipresso.

Infine troviamo la zona del Lauretum freddo, nella Riviera ligure di levante e in alcune zone dislocate sulla riviera dei grandi laghi prealpini. Qui gli alberi più adatti sono il Leccio, il Salice, il Pioppo, il Cerro, il Cipresso, la Rovella, il Noce, l’Acero, l’Ontano, l’Olmo e il Riccio

La protezione degli alberi ad alto fusto

Quando andremo quindi a piantare i nostri alberi, oltre a tenere in mente la zona, il terreno e le condizioni climatiche, sarà necessario usare degli shelter. Gli shelter sono protezioni tubolari che vengono inserite alla base del tronco. Avvolgono quest’ultimo lasciando passare aria, acqua e raggi UV. Favoriscono l’attecchimento e la crescita della pianta e la proteggono anche da possibili attacchi esterni di alcuni animali. Troverete diversi modelli di shelter online sul nostro sito, ma il Tubex Special Forestry è sicuramente quello che potrà soddisfare le vostre necessità quando si tratta di piantare alberi ad alto fusto. Non esitate a contattarci per chiederci maggiori informazioni.


19 Mar 2023 | Redazione Tubex |

Quando, perché e come si dovrebbero utilizzare gli shelter per piante da frutto? Questo è l’argomento che affronteremo oggi grazie a questa breve guida. Ecco tutti i dettagli che dovreste conoscere a riguardo.

Perché è importante usare gli shelter per piante da frutto

L’estate è quella straordinaria stagione dell’anno in cui la natura offre all’uomo un numero considerevole di frutta da consumare fresca e naturale al cento per cento. Difatti, grande o piccolo che sia il frutteto, è sempre un piacere passeggiare tra gli alberi degustando una pesca oppure un albicocca dopo averla colta direttamente dall’albero. Purtroppo, potrebbe capitare che il frutteto non sia prolifico così come ci si aspettava o che addirittura non lo sia affatto. 

La mancanza di frutta è spesso dovuta a un’inefficiente cura degli alberi, tale da permettere a diversi fattori, come roditori o agenti atmosferici, di danneggiare la pianta. Per fortuna, onde evitare che l’aspettativa di fare un raccolto promettente rimanga delusa, si può ricorrere all’utilizzo degli shelter per piante da frutto: stiamo parlando dei Tubex Fruitwrap

Shelter Tubex Fruitwrap, caratteristiche e vantaggi

I Tubex Fruitwrap non sono altro che delle protezioni a doppia parete, studiate per avvolgere il giovane fusto dell’albero. Questo prodotto ha lo scopo di proteggere il tronco della pianta in particolare durante il periodo di attecchimento

All’interno dell’involucro Tubex si crea un microclima che a sua volta dà vita a un’ambiente favorevole alla crescita e all’attecchimento dell’albero. In pratica, grazie a questo microclima la pianta attecchisce bene al terreno e ha molte più possibilità di crescere fruttuosa. 

Questi shelter per piante da frutto hanno come caratteristica principale la capacità di allargarsi man mano che il tronco aumenta di diametro. Così facendo possono proteggere il fusto fino al completamento della crescita, senza mai opprimerlo. 

Il materiale di cui è composto ogni shelter Tubex Fruitwrap è estremamente ecologico, atto a non danneggiare né l’ambiente circostante né la pianta stessa. Scendendo ancora più nel dettaglio, è utile dire che queste protezioni tubolari sono realizzate in polipropilene stabilizzato UV, di colore verde traslucido. Si tratta di un materiale molto leggero ma allo stesso tempo duraturo e resistente a tutti quegli eventi, naturali e non solo, che durante lo sviluppo potrebbero danneggiare l’albero (roditori, clima, pesticidi, etc.). 

piante da frutto

L’installazione facile e veloce

Qualora si decidesse di usufruire dello shelter per piante da frutto Tubex Fruitwrap, è utile sapere che si tratta di un prodotto molto facile da usare. È studiato per evitare ogni tipo di difficoltà nel montaggio. Inoltre tale operazione avviene in tempi brevi. La struttura avvolgente consente appunto di avvolgere la protezione intorno al giovane tronco. 

Dopo averlo avvolto, lo shelter va inserito nel terreno a una profondità massima di 2 centimetri. Questo permetterà di non infastidire le radici e allo stesso tempo di proteggere la pianta anche dagli animali che potranno provare a scavare intorno al tronco. Il tubo deve restare a 2-3 centimetri di distanza dal fusto, in modo da favorire la formazione del microclima idoneo all’attecchimento e allo sviluppo.

La crescita dell’albero grazie allo shelter per piante da frutto di Tubex

Quando la pianta crescerà e riempirà lo spazio dello shelter, questo si aprirà in autonomia grazie alla sua struttura avvolgibile. Alla fine la protezione potrà essere rimossa a mano con facilità. Usando gli shelter per piante da frutto Tubex, i vostri alberi potranno crescere meglio e aiutarvi ad ottenere un proficuo raccolto non appena arriverà il momento! Non esitate a richiederci maggiori informazioni!


19 Feb 2023 | Redazione Tubex |

La magnolia è in grado di trasformare un giardino in poesia e un parco in qualcosa di magico. I suoi fiori, il suo profumo e la piacevole macchia di colore che crea la rendono fondamentale per chi ama avere qualcosa di “bello” in casa o nel parco cittadino dietro l’angolo. Quando si decide di dar vita a un giardino pieno di fiori, bisogna assicurarsi di saper curare tanta bellezza. Questo perché spesso le piante fiorite sono delicate, vivono poco o si perdono in un attimo. La magnolia no. La cura della magnolia è alla portata di tutti. Ecco i nostri suggerimenti e i dettagli da conoscere prima di cominciare.

Le caratteristiche della magnolia

La magnolia (che prende il nome dal botanico che la scoprì, il francese Pierre Magnol) è una pianta molto diffusa in nord America e in Asia, in modo particolare tra le montagne dell’Himalaya. Oggi si trova anche in Europa: si è diffusa negli anni e pian piano si è adattata al clima dei vari territori. Data la bellezza di questa pianta e dei suoi fiori, sembra proprio che essa necessiti di cure particolari, ma in realtà si coltiva abbastanza facilmente. Per capire come prendersi cura della magnolia è però utile sapere che ne esistono oltre 300 specie e ognuna di esse ha bisogno di alcune attenzioni di base e di altre un po’ più specifiche. 

Questa pianta può avere un’altezza da 2 a 20 metri e ha foglie coriacee e soprattutto sempreverdi. Presenta fiori di grandi dimensioni di colore vario (in particolare bianchi o rosa) che producono frutti di forma ovale. Le fioriture della magnolia sono spettacolari, profumatissime e sicuramente sono la principale caratteristica per cui la pianta – in tutte le sue varietà – è molto ricercata. La magnolia è una pianta preistorica: una delle specie più antiche della Terra!

magnolio

La cura della magnolia alla portata di tutti

Come abbiamo anticipato, curare la magnolia non risulta difficoltoso. Tuttavia, occorre informarsi un po’ e armarsi di pazienza, un po’ come in tutte le cose. Una volta imparato a prendersi cura della magnolia, però, non sarà difficile farla vivere a lungo nel proprio giardino. Tanto per cominciare è importante sapere che si riproduce per semina, talea, propaggine, innesto e margotta.  Preferisce climi umidi, terreni acidi e freschi, e poco sole.

La coltivazione nel terreno

La magnolia si può coltivare in terreno libero (giardino): si pianta in primavera o in autunno, quando il sole non è ancora troppo caldo e il clima non è freddo. In giardino va bene qualsiasi angolo, anche insieme ad altre piante. Nel punto scelto devono arrivare i raggi solari, ma non in modo eccessivo.

La coltivazione in vaso

Sempre parlando di cura della magnolia, è utile sapere che per la coltivazione in vaso si devono avere determinate accortezze. Innanzitutto il vaso scelto deve avere un diametro di almeno 50 centimetri. Dev’essere riempito abbondantemente con terra unita a torba e stallatico. La messa a dimora dovrebbe avvenire preferibilmente in autunno. Una volta fatto tutto, si potrà sistemare la pianta in un angolo del giardino dove potrà avere la giusta dose di sole e ombra. 

Dopo un anno, durante la primavera, si potrà travasare in un vaso più grande. Chiaramente, nel caso della coltivazione in vaso, dovrete aspettarvi una pianta di media crescita e con pochi fiori, almeno fino a che non si troverà in un vaso adeguatamente grande. 

La coltivazione in terrazza

Se abitate in condominio potete usare il metodo della cura della magnolia in vaso. Assicuratevi di esporre la pianta in un punto soleggiato ma non troppo. L’inquinamento cittadino, fortunatamente, non disturba affatto questa pianta che ama i terreni più acidi.

La cura della magnolia: alcuni consigli finali

La magnolia ama il clima umido. Pertanto, se abitate in zone molto piovose non dovrete annaffiarla troppo spesso. Se vivete in regioni dove piove poco o raramente, annaffiate la pianta ogni due settimane. In questo modo darete alle radici il tempo di assorbire l’umidità senza mai far seccare completamente la terra. Per un’ottimale cura della magnolia non dimenticate di scegliere uno shelter Tubex da applicare al momento della messa a dimora. Così facendo potrete proteggere il fusto, favorirne l’attecchimento e promuoverne un più rapido sviluppo.


22 Gen 2023 | Redazione Tubex |

Lo shelter è una protezione tubolare per gli arbusti in fase di crescita o appena piantati. Ne esistono diverse tipologie, tra cui scegliere in base alle caratteristiche e funzionalità per adattarsi al tipo di piantagione, di ambiente e di specie arborea di cui vi state occupando.  Gli shelter sono protezioni tubolari rigide che hanno lo scopo di salvaguardare e incrementare la crescita delle piante. Per questo è importante conoscere le peculiarità dei diversi shelter per la protezione delle piante, in modo tale da scegliere la tipologia più idonea per ogni genere di vegetale.

Tubex Fruitwrap, per gli alberi da frutto

Il Tubex Fruitwrap è pensato specificatamente per le piante da frutto: non solo è molto resistente, ma anche estremamente leggero e maneggevole.  Si tratta di un prodotto di grande efficacia per tutte quelle persone che lavorano nell’ambito della frutticoltura e per coloro che studiano le peculiarità delle diverse piante. Tali shelter promuovono la crescita di un tronco giovane, tutelandolo dagli agenti esterni. Allo stesso tempo portano altri vantaggi. All’interno del Fruitwrap si crea infatti un microclima potenziato che favorisce lo sviluppo della pianta. 

Il processo di dilatazione di questi shelter per la protezione delle piante da frutto va a seguire la crescita del vegetale. Durante tutto il periodo di utilizzo assicura sempre un efficace rapporto tra resistenza e peso dello shelter, che non pressa mai eccessivamente l’arbusto. Questi prodotti sono stati ideati per degradarsi in maniera del tutto naturale, in funzione della crescita della pianta ed evitando di provocare un impatto negativo verso l’ambiente.

Tubex Ecovine, lo shelter per la protezione delle piante studiato appositamente per la vite

Il Tubex Ecovine è indubbiamente un prodotto intelligente e molto semplice da usare. È utile soprattutto per chi vuole promuovere l’attecchimento della vite in modo alquanto celere, facendola crescere in maniera ottimale. È ovviamente una scelta da non sottovalutare per chi lavora nel settore della viticoltura

Difatti lo shelter è stato realizzato in maniera tale da proteggere la vite più giovane da tutti quei danni derivanti dagli animali, dagli erbicidi che vengono nebulizzati nell’aria o dagli strumenti per la manutenzione di tipo ordinario meccanizzato.

Anche in questo caso, all’interno della protezione si crea un microclima perfetto per un’adeguata crescita della pianta. In sostanza, questo tipo di shelter per la protezione delle piante si propone come una specie di serra, utile per ottimizzare e aumentare grandemente lo sviluppo della vite. Ciò consente al viticoltore di poter lavorare nel modo migliore e di favorire un aumento della produzione. 

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Tubex Ventex, per la giusta ventilazione di qualunque arbusto

Questa dei Tubex Ventex è una categoria di protezioni shelter ventilate e brevettate composte da materiali ecocompatibili. Queste protezioni riescono a potenziare il microclima creato internamente allo shelter, sollecitando così l’attecchimento nel terreno e promuovendo maggiormente la crescita della pianta.

I Tubex Ventex supportano la pianta a rafforzarsi, così che il diametro del fusto aumenti rapidamente e notevolmente, come pure la sua altezza.

Shelter per la protezione delle piante: Tubex Special Forestry per gli alberi e non solo

Questi shelter proteggono gli alberi e gli arbusti e si utilizzano per promuovere la crescita delle piante ad alto fusto. In aggiunta incrementano il tasso di sopravvivenza degli alberi stessi; per questo sono di grande utilità per gli operatori forestali. Potete trovare ulteriori informazioni sugli shelter per la protezione delle piante, realizzati da Tubex, direttamente QUI.


19 Dic 2022 | Redazione Tubex |

Alto, folto, ombroso, bello da vedere e parte integrante della decorazione verde di quasi ogni città: è il tiglio, un albero che vediamo ovunque ma che forse non riconosciamo. Di rado ci fermiamo a guardarlo per capire da dove deriva la sua bellezza. Eppure le caratteristiche del tiglio rendono questo albero ancora oggi uno dei più amati, in modo particolare per scopi ornamentali. 

Il tiglio: caratteristiche principali e come si coltiva

Questo albero appartiene alla famiglia delle Tilia malvacee, piante tipiche dell’emisfero nord del pianeta. Quindi si tratta di un albero che predilige climi freschi o addirittura freddi. Il tiglio cresce forte e resistente e, se trova l’habitat e le condizioni ideali, può vivere anche per secoli. Per coltivarlo si può partire dalla normale semina o dalla messa a dimora di una talea. A volte si può riprodurre anche attraverso un trapianto del pollone

La pianta non richiede molto terreno intorno, ma deve essere terreno buono, fertile e possibilmente non infestato. I tigli sono molto predisposti agli attacchi di lepidotteri, acari e funghi. Pertanto è necessario prestare molta attenzione: la loro vita dipende tanto anche da quanto chi li coltiva sa tenere alla larga questi nemici minuscoli e terribili.

 

Tiglio

Caratteristiche del tiglio come pianta ornamentale

Da tempo, ormai, il tiglio è uno degli alberi più richiesti per le decorazioni urbane e paesaggistiche. Questo perché ha delle caratteristiche che ben si adattano ad ambienti variegati e non per forza circondati dalla natura. Si adatta abbastanza facilmente se ha il terreno idoneo e dunque lo si può coltivare in diversi contesti.

Il fatto che questo albero non abbia bisogno di molto terreno intorno lo rende perfetto anche in città, ad esempio per i grandi viali dei centri storici. L’importante è che il terreno assicuri una buona profondità (perché l’albero immerge le radici per metri e metri) e che sia ricco e fertile. Il tiglio è in grado di dosare molto bene l’acqua che riceve, quindi non necessita di annaffiature eccessive neanche nei primi tempi. Una volta sviluppato il tronco, questo è molto resistente e garantisce al vegetale una lunga vita. Un tiglio può arrivare anche a 250 anni di età!

Se il tiglio trova l’ambiente ideale per vivere, diventa un prezioso angolo di ombra, utile sia in città che in un giardino privato. Tra l’altro, sia le sue foglie che i suoi fiori sono profumati. Avere questo albero nel cortile, o averne più di uno, significa gioire di numerosi benefici e vantaggi in ogni momento, non solo per noi ma anche per il pianeta.

Altri benefici del tiglio

Il tiglio produce uno dei fiori preferiti dalle api, che vanno spesso a prendere il suo nettare il quale impreziosisce il loro miele. Chi si intende di medicine naturali sa inoltre che questo albero è benefico anche per la salute. Infatti con gli estratti della sua corteccia, le foglie e i fiori si producono tisane calmanti, diuretiche, antidolorifiche e perfino rilassanti per gli stati di ansia acuti. Ammirare questi alberi in città, pensando a quanto valore abbiano, è sicuramente un promemoria per rispettarli sempre! 

Con questi presupposti, non ci resta altro che darvi un ultimo consiglio: se desiderate piantare un tiglio, fatelo con attenzione. Proteggetelo fin da quando è ancora un giovane tronco usando uno degli shelter Tubex. Li potete trovare tutti QUI.


24 Nov 2022 | Redazione Tubex |

Il termine shelter tecnicamente significa “riparo”, ed è questo l’obiettivo degli shelter come i Tubex Special Forestry, protezioni tubolari per gli arbusti e gli alberi. Questi prodotti offrono un metodo estremamente utile per realizzare al meglio determinati progetti inerenti il rimboschimento di aree verdi più o meno ampie. Usando gli shelter per silvicoltura, il progetto andrà sicuramente a buon fine!

A che cosa servono gli shelter

Nel concreto, lo shelter è una protezione tubolare realizzata in materiale resistente. Si tratta di un prodotto progettato appositamente per incrementare la crescita delle piante, anche in particolari circostanze alquanto sfavorevoli. Grazie alla presenza dello shelter, gli arbusti sono protetti adeguatamente dagli animali, che non possono cibarsene o distruggerli al loro passaggio. Inoltre esso protegge il fusto anche dalle erbe infestanti e da ulteriori elementi che potrebbero rovinarne il giusto sviluppo.

Lo shelter per silvicoltura è fondamentale soprattutto nella fase iniziale della creazione di un bosco o di una piantagione. Infatti offre vantaggi non indifferenti per quanto concerne l’attecchimento dei medesimi e quindi anche la loro crescita.

Come sono realizzati gli shelter per silvicoltura

Gli shelter si propongono come strutture tubolari assai resistenti ma allo stesso tempo non pesanti e capaci di assicurare un ottimo rapporto tra resistenza e peso. Per coloro che lavorano nel settore della silvicoltura si rivelano delle risorse sicuramente molto efficaci e semplici da utilizzare. Oltre alle funzionalità elencate in precedenza, è utile dire che questi prodotti sono realizzati con materiale eco-friendly, fotodegradabile e a impatto ambientale molto ridotto. Tutto ciò rappresenta un ulteriore vantaggio per l’utilizzatore e per il nostro pianeta in generale.

Gli operatori forestali possono ricevere un notevole aiuto dagli shelter per silvicoltura come i Tubex Special Forestry, proprio grazie a tutti i benefici apportati proprio da queste protezioni per alberi. Grazie a questi strumenti gli esperti possono tenere sotto controllo più facilmente sia le specie arboree piantate che l’ambiente che le circonda.

Gli shelter Tubex Special Forestry riescono a garantire un incremento del tasso di sopravvivenza degli arbusti e dei giovani alberi. Questo perché contribuiscono a tutelare anche l’apparato radicale delle piante. Questi prodotti rendono più semplice l’identificazione degli alberi e possono contrastare la formazione di tralci laterali.

Come inserire lo shelter

Come detto, questi shelter per silvicoltura sono l’ideale per mettere al riparo gli arbusti da morsi di animali o altri pericoli. Per ottenere questo tipo di protezione, dopo aver alloggiato l’arbusto nella propria sede, si dovrà far passare il giovane tronco all’interno dello shelter per poi fissarlo nel terreno. Lo shelter dovrà restare distanziato di 3-5 centimetri dal fusto.

Assicuratevi sempre che lo shelter per silvicoltura entri nel terreno per un massimo di 2 centimetri. In questo modo non interferirà con l’attecchimento delle radici, ma eviterà che un animale possa attaccare la pianta scavando attorno allo shelter stesso.

I Tubex Special Forestry si presentano come protezioni molto forti, durature e piuttosto rigide. In ogni caso sono leggere e quindi semplici da maneggiare e da usare in qualunque contesto ambientale.

tubex special forestry

 

L’arbusto cresce grazie agli shelter per silvicoltura

Come avrete compreso, grazie a questi prodotti Tubex è possibile proteggere le piante giovani in fase di crescita. Questo va ad aumentare notevolmente la percentuale di sopravvivenza della pianta e la aiuterà a diventare abbastanza forte da potersi reggere in autonomia. Successivamente all’interno della protezione tubolare si creerà un microclima che favorirà un più rapido sviluppo del fusto.

Gli Special Forestry sono caratterizzati dall’uso della tecnologia Tubex Laserline. Pertanto sono provvisti di un’utilissima linea traforata, la quale si romperà non appena la pianta riempirà la massima capacità della protezione tubolare. In tal modo il tronco non verrà danneggiato né pressato in alcun modo. Per conoscere ancora più nel dettaglio i nostri shelter per silvicoltura, non vi resta che visionare la pagina dedicata e mettervi in contatto con noi per richiedere maggiori informazioni.


15 Ott 2022 | Redazione Tubex |

Le piante rampicanti sono molto gradite dai giardinieri per via delle loro tante qualità: sono amate per le notevoli fioriture e per le meravigliose foglie che acquistano un potere decorativo. Inoltre si sviluppano molto velocemente, senza occupare un’ampia superficie di terreno. Pertanto sono perfette per i giardini di piccole dimensioni, come pure sui balconi oppure sulle verande. Nei giardini più ampi, invece, i rampicanti più forti riescono a nascondere le imperfezioni estetiche degli edifici. Ci sono molteplici categorie di queste piante, tra queste spiccano le clematidi e le rampicanti legnose e rustiche.

Quando bisogna piantare le piante rampicanti

In teoria le piante rampicanti si possono piantare tutto l’anno, tranne in quei particolari periodi caratterizzati dall’afa o dalle gelate. È utile considerare anche il periodo in cui è stata fornita la pianta, il genere di terreno in cui si attuerà la messa a dimora e il livello di rusticità delle piante scelte. Per capire se è il momento ideale per piantarle oppure no, è importante valutare altresì le caratteristiche del territorio in cui ci si trova.

Alcuni suggerimenti pratici

Se il terreno risulta problematico e/o parecchio umido durante l’inverno, allora si suggerisce di attendere la primavera per piantare. Per quanto riguarda i terreni che si asciugano rapidamente e che si presentano sassosi e sabbiosi, è meglio invece piantare nella stagione autunnale. Così facendo si riuscirà a far attecchire bene le radici.

Le piante rampicanti che dispongono di un tipo di foglia molto persistente, e le specie che non resistono al freddo, preferiscono la messa a dimora nel corso della primavera. Scegliendo questo periodo si darà alla pianta la possibilità di usufruire della stagione primaverile e di quella estiva per lo sviluppo delle radici. Per quanto riguarda i rosai a radice nuda, è sempre meglio piantarli in autunno oppure in inverno.

Qualunque sia il periodo che sceglierete, non dovrete dimenticare di tutelare adeguatamente le piante in particolare durante la prima stagione più fredda che segue la messa a dimora.

La messa a dimora

La messa a dimora delle rampicanti non si differenzia di tanto da quella attinente agli arbusti. È preferibile non piantarle direttamente contro un muro, ma disporle a circa 30/40 centimetri dalla parete. Molte piante rampicanti prediligono la terra che resta fresca nel periodo vegetativo. Ecco perché solitamente si suggerisce di riporre una tegola per la protezione della base della pianta dai raggi solari.

Le dimensioni perfette per la buca corrispondono a 50 centimetri di larghezza e 50 centimetri di profondità. Una volta smossa correttamente la terra si potrà unire ad essa il compost ottenuto dai residui del giardino o da appositi prodotti.

Quando si mettono a dimora le rampicanti è fondamentale sotterrare lo stelo a una profondità di 5 centimetri. Questo farà attecchire meglio la pianta e la aiuterà diventare più forte in breve tempo. Prima di sotterrare bene assicuratevi che eventuali materie in decomposizione non si trovino a contatto diretto con steli e radici.

protezione delle piante rampicanti

 

La protezione delle piante rampicanti

Infine si consiglia di proteggere efficacemente il punto d’innesto delle piante rampicanti. Si potrà usare uno shelter per la protezione delle piante e poi si potrà coprire il punto di innesto con un po’ di terra. Quest’ultima potrà essere tolta una volta giunta la primavera. Non esitate a valutare gli shelter Tubex!


15 Set 2022 | Redazione Tubex |

In agricoltura, al giorno d’oggi, è possibile avvalersi di tecnologie innovative e originali. Tra queste non mancano quelle che permettono di proteggere le piante dagli animali, dai diserbanti o dagli agenti atmosferici. Una di queste innovazioni molto usate si concretizza negli shelter Tubex. Questi ultimi sono protezioni tubolari realizzate in polipropilene con l’aggiunta di pigmenti inorganici e di uno stabilizzatore di raggi ultravioletti. Gli shelter sono studiati in particolare per garantire la protezione degli alberi da frutto, per le viti o gli esemplari giovani di piante ad alto fusto. La protezione funziona anche contro i roditori sempre in agguato, i quali si rivelano una minaccia costante per le piantagioni.

Tubex sviluppa soluzioni originali per proteggere le piante in modo da favorire la loro crescita. Le condizioni microclimatiche che si creano all’interno dello shelter agevolano ulteriormente l’accrescimento della pianta, anticipando la produzione dei frutti.

La garanzia di un marchio di qualità

Tubex è un’azienda all’avanguardia i cui prodotti sono conosciuti ormai in tutto il mondo. Opera dagli anni 80, cioè sin da quando si è sviluppata la produzione di prodotti specifici per la protezione degli alberi da frutto e non solo. I settori di applicazione più idonei all’utilizzo di questi impianti di protezione Tubex sono la viticoltura, la frutticoltura e la silvicoltura.

Tubex è un marchio che opera da sempre prestando attenzione a ogni aspetto della sostenibilità, anche nella creazione della relativa strumentazione. Grazie agli shelter Tubex, infatti, è possibile partecipare concretamente alla salvaguardia del pianeta. Questo avviene non solo perché si impiegano i metodi migliori per la protezione degli alberi da frutto, per la cura e lo sviluppo delle piante in diversi contesti ambientali. C’è da dire anche che l’azienda ha scelto di usare materiali non inquinanti.

Per la realizzazione degli shelter utilizza un materiale eco-friendly, a impatto ambientale molto ridotto. Questi prodotti presentano altresì le necessarie certificazioni di qualità: fra queste la ISO 9001:2015, per la gestione della qualità) e la ISO 14001:2015 che riguarda la gestione da un punto di vista ambientale.

shelter - protezioni per gli alberi da frutto

 

La protezione degli alberi da frutto: i prodotti per la frutticultura

Gli shelter Tubex sono protezioni tubolari pensate per gli arbusti in crescita. Proteggono la pianta da morsi di animali o dal rischio di danneggiamento per calpestamento, e anche da erbe infestanti e prodotti chimici troppo aggressivi. Sono da utilizzare negli orti e nei campi, nelle zone boschive o anche solo nei giardini di casa.

Un grande vantaggio comportato dall’uso degli shelter per la protezione degli alberi da frutto e altre piante è dato dal microclima che si crea all’interno della sezione tubolare. Questo microclima è particolarmente favorevole all’attecchimento degli arbusti più giovani e appena piantati e di conseguenza anche alla crescita del fusto. Usare questi prodotti significa poter avere piante dal tronco più solido e alberi di altezza maggiore. Gli shelter Tubex sono resistenti e allo stesso tempo leggeri, in modo da non pressare il fusto in crescita.

Una valida protezione degli alberi da frutto

Per la protezione degli alberi da frutto sono stati ideati Tubex Fruitwrap. Potete trovare maggiori informazioni su questa pagina e contattarci per farci tutte le vostre domande. Vi aspettiamo!


24 Ago 2022 | Redazione Tubex |

Il suo nome è Pino di Aleppo perché è originario del medio oriente, più nello specifico della Siria (dove si trova appunto Aleppo), del Libano e della Turchia. In realtà, però, lo si trova in tutto il bacino del Mediterraneo e in Italia è uno degli alberi più comuni in assoluto. Prospera sulle colline e nelle zone costiere, tanto da confondersi con i pini marittimi. Il pino d’Aleppo è un albero maestoso e può essere anche secolare. Coltivarlo in giardino può sembrare un’impresa titanica, ma è davvero così?

Conosciamo il pino d’Aleppo

Questo albero fa parte della famiglia Pinus e può raggiungere un’altezza che varia da 10 a 25 metri. Il tronco ha un diametro medio di 60 cm (a volte anche di 1 metro) e si completa, in alto, con una chioma folta e ampia come quella del pino marittimo. La differenza tra le due tipologie di pini sta nei germogli: quelli del pino di Aleppo sono formati da aghi più chiari e più radi. Inoltre la corteccia ha un colore più rossiccio rispetto al pino marittimo e le squame si assottigliano verso l’alto. Gli aghi sono lunghi 5-10 centimetri e sono raccolti in mazzetti morbidi.

Il pino d’Aleppo fiorisce brevemente tra marzo e maggio e crea frutti a forma di coni legnosi: le pigne a cono. I semi contenuti in queste ultime si spargono nel corso di diversi mesi, o anni, a meno che un intervento esterno – eccessivo calore o un incendio – causi l’apertura anticipata del cono.

Come si coltiva questo pino?

Volete coltivare un pino d’Aleppo nel vostro giardino? Sembra una cosa complicata ma non lo è. Certamente ci vorrà attenzione e sarà opportuno sapere come muoversi. A questo proposito è utile considerare che questo albero ha bisogno di un clima mite, in cui gli inverni non siano gelidi. Ama moltissimo il sole, tranne quando è ancora molto giovane e in quel caso ha bisogno di essere ombreggiato nelle ore e nei mesi più caldi.

Di base è un albero che si adatta a ogni tipo di terreno, da quello roccioso al sabbioso, e non teme l’aridità. Tuttavia, è meglio fornirlo di un terreno fertile, ricco e drenante. Il pino di Aleppo si riproduce per semina, usando di solito semi di impollinazione incrociata che vanno messi nella terra in inverno. Ha bisogno di acqua ma non in quantità eccessiva. Non a caso, quando è ancora giovane va protetto dalle piogge forti e dagli allagamenti.

Il pino d’Aleppo, se mette radici e trova il proprio equilibrio, diventa un albero grande, resistente e bellissimo che può vivere anche 200 anni! Nonostante questo, finché non si fortifica rimane delicato, motivo per cui si deve evitare di travasarlo troppo spesso. Fatelo soltanto quando necessario, in base a come vi indicherà il vivaio o il giardiniere.

Per proteggere bene il giovane pino, non dimenticate di usare uno shelter per alberi. Potete trovare quello giusto direttamente su questa pagina.

come coltivare il pino d'aleppo

 

Alcune curiosità sul pino d’Aleppo

Infine, è interessante sapere che la più alta concentrazione in assoluto di pini d’Aleppo in Italia si trova in Puglia, precisamente nel Parco Nazionale del Gargano. Se ne trovano in grandi quantità anche in Calabria e Sicilia. Cresce molto meglio nelle cosiddette “fiumare”, letti di torrenti spesso asciutti in estate, ma si trova bene anche nei terreni sabbiosi costieri. Oltre alla zona del Mediterraneo, il pino d’Aleppo ha trovato un habitat ideale anche… in California!